Bangalore, reloaded!
21 novembre 2010
21/11/2010 - Eccomi di nuovo a Bangalore, Bengaluru!
Dopo la stagione Marzo-Aprile, fortunatissima in termini di visite e acclamatissima dai lettori di tutto il mondo (a titolo di esempio, si va da Madison, Wisconsin fino a Taschkent, Uzbekistan, passando per Berlino, Vienna, Lione e Casavatore, con picchi in zona Sentinella in Casamicciola Terme nonché dalla ridente cittadina di Fiaiano d’Ischia), ritornano più avvincenti che mai le avventure del panzone viaggiatore.
Tantissime sono le cose che vorrei raccontarvi, cari amiche lettrici e amici lettori, tutte sommamente interessanti come "Fare la spesa nello splendido e internazionale Big Bazaar di Shantinagar dove le uniche cose che non ho trovato sono: carne, pesce, uova, formaggio, pane e birra" oppure "Preparare Pasta alla Siciliana con il fantastico e famosissimo olio extra-vergine Leonardo, direttamente da Nicola Pantaleo delle Puglie e le enormi quanto sciape melanzane indiane, Brinjals": ma no, non vi delizierò con tutto questo. Farò anche di più raccontandovi dello splendido sabato sera a Bengaluru.
Sono lì che mi preparo la cena, quando Fabio e Geraldo do Brasil, annoiati dal dolce e lussurioso far niente al Vivanta, decidono di venire in centro, per andare a cenare insieme da qualche parte.
Peppe: "Ma io sto preparandomi Pasta alla Siciliana!"
Essi: "Buona! Purché non sia piccante, veniamo a cena da te!"
Peppe: "Ma sapete, non sono poi così bravo in cucina ..."
Essi: "Non importa, ci serve una pausa dalle spezie, qualsiasi cosa va bene"
Lusingatissimo, procedo ad affettare tripla dose di melanzane.
L’aspetto è promettente, il profumo anche di più: no, il gusto no. Perché i pomodori sono di quelli un po’ verdi e acquosi che usiamo per l’insalata. Ah pachino pachino, dove sei! E che dire delle melanzane, grosse, asciutte e insapori. E il basilico, è quello secco in polvere. Avessi almeno trovato la tulsi fresca in sostituzione!
Gli ospiti invece educatamente gradiscono. Sono già le 9. A Bangalore si esce presto. Il taxi è già sotto che aspetta impassibile. Due minuti e siamo all’Hard Rock Cafè, in Bengaluru!
Uno scorcio di vita goffamente "occidentale": indiani e indiane sono come al solito un po’ buffi quando emulano allegramente la "vita" dell’altra parte del mondo. È innaturale vederli lì. Chi non è stato in India, non può rendersi conto. Non bastano foto e video. Quello che proviamo, io Fabio e Geraldo, è un diffuso senso di ilarità e nello stesso tempo la piena consapevolezza di non riuscire a testimoniare ciò che vediamo.
La cultura prevalente in India limita ogni forma di entusiasmo, di brio, di libera iniziativa. Contrasta pesantemente "contatti" sociali aperti e espliciti e quasi ogni tipo di effusione. Senza menzionare ovviamente le ben note abitudini (o restrizioni) su mangiare, bere, fumare. La società è organizzata su un forte senso di famiglia, molto più che nell’Italia anni ’50, dove quindi l’obbedienza a ogni forma di autorità (genitori in primis) è connaturata a ogni indiano e anche geneticamente rispettata.
Con queste premesse, come non sorridere almeno un po’ entrando in un Hard Rock Cafè, dove già in partenza ciascuna delle cose dette sopra è violata? I ragazzi ballano a ritmo di "My Sharona" fingendo di suonarne la batteria o il riff di chitarra, le ragazze in abiti neri mozzafiato sfilano nel locale o siedono da sole a tavoli per sole donne. Divorano avidamente beef burgers e tracannano birra. Non passano 5 minuti che a un altro tavolo prende piede un nuovo giro di shot di Tequila e Cachaça.
Dopo aver sorseggiato una Heineken buonissima rispetto alla locale Kingfisher, andando in giro per il locale, finalmente troviamo un tavolo: 3 Caipirinha in onore di Geraldo, il tempo di fare due chiacchiere e quattro foto ed è subito ora di tornare a casa. Sì perché a Bengaluru la notte chiude presto. Alle 11 tutti a nanna.
Commenti
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- 21 novembre 2010 - 17:22 | Mary ha scritto: «I ragazzi ballano a ritmo di "My Sharona" fingendo di suonarne la batteria o il riff di chitarra --> azz a Bangalore hanno imparato l'arte delle AIR BAND :DBello l'appartamento, molto occidentale :)PS. Davide al prossimo giro lascio commentare te :P»
- 22 novembre 2010 - 07:17 | miaomiao-m ha scritto: «T’ho veduto. T’ho seguito. T’ho fermato. T’ho baciato.Eri piccolo,piccolo, piccolo,così!M’hai guardata. Hai taciuto. ho pensato: "Beh, son piaciuta".Eri piccolo,piccola, piccola,così!Poi, è nato il nostro folle amore, che, ripenso ancora con terrore. M’hai stregata. T’ho creduto. L'hai voluto. T’ho sposato.Eri piccolo,piccolo, piccolo,sì, così!T’ho viziato, coccolata, latte, burro, marmellata.Eri piccolo,piccolo, piccolo,così!E cretina sono stata, anche il gatto m’hai venduto.Ma eri piccolo,eh già, piccolo, piccolo,così!Tu, fumavi mille sigarette. Io, facevo il grano col tresette.Poi un giorno m’hai piantata per una tipa spappolata. T’ho cercato, l'ho scovata, l'ho guardata, s’è squagliata.Quattro schiaffi t’ho servito, Tu mi hai detto:"Disgraziata!". La pistola m’hai puntato, eh, ed un colpo m’hai sparato.A sì… Spara… (bang). Spara… (bang), e spara… (bang), khoff, khoff , khoff, khoff , (colpi di tosse)E pensare che eri piccolo,ma piccolo,tanto piccolo,così!»
- 22 novembre 2010 - 10:11 | annina ha scritto: «i lettori di Casavatore ti seguono...anche stavolta! :D»
- 22 novembre 2010 - 10:17 | Castry ha scritto: «Va bene le foto delle banane, la casa, etcetera etcetera...ma qui da Bacoli vogliamo le foto delle "ragazze in abiti neri mozzafiato"!»
- 22 novembre 2010 - 12:41 | Salvatore DM ha scritto: «Ma le ragazze in abiti neri mozzafiato avevano anche i baffi a mò di chador per coprirsi da occhiate indiscrete e così rispettare le tradizioni? Vogliamo le foto...»
- 24 novembre 2010 - 06:43 | octopus e i 50 ladroni ha scritto: «pepp, ma che dicono gli indiani degli europei (inglesi a parte) e degli italiani... conoscono quella munnezza di berlusconi...»
- 24 novembre 2010 - 18:33 | franzpizzo ha scritto: «Grande Peppe! A presto :)»
- 30 novembre 2010 - 10:06 | Sei proprio sicuro? ha scritto: «Tascchhkent?»
- 02 maggio 2011 - 20:20 | Sallie ha scritto: «i remember this place»