Il Maharaja è tornato!

21 dicembre 2010

21/12/2010 - Niente, non sono riuscito a scrivere quanto avrei voluto. Diversi i motivi: umore cangiante, insoddisfazione nei rapporti umani, minore entusiasmo per sopportare tanti Km e altrettanti disagi per visitare posti forse un po’ sopravvalutati. Ho fatto eccezione solo per Delhi e Agra: il Taj Mahal era l’unica cosa che non potevo perdere.

Ma anche per raggiungere la settima meraviglia del mondo occorre spendere 5 ore di macchina, da Delhi. Solite viuzze sterrate e piene di dossi, percorse da ogni mezzo umano e semovente. Perfino una delle 4 stradine che conducono ai 4 ingressi è strettissima, piena di mendicanti e mercanti che si oppongono formando una vera barriera umana invalicabile. Superato tutto ciò si gode finalmente della vista di questo mausoleo stupendo.

Ma la sua bellezza non accresce il mio entusiasmo per l’India, anzi paradossalmente contribuisce a spegnerlo in quanto devo constatare, come se non lo sapessi a priori, che anche questo ha poco a che fare con l’India. Voluto da un imperatore persiano e musulmano, progettato da un turco o forse da un italiano, arricchito da pietre e preziosi provenienti per lo più dall’estero, non mi spiego perché gli indiani se ne vantino tanto: forse perché loro sono il suolo e le maestranze.

Non va meglio il giorno seguente a Delhi, dove è stato necessario tirare fuori tutta la mia napoletanità per fronteggiare imbrogli di ogni tipo tentati da autisti, albergatori e gente di strada.

Ma anche io, come Report di Milena Gabanelli, ho una notiza positiva in chiusura ed è il mio bel pagri in seta pura. Chissà, forse ora mi posso anche sposare!