google page rank seguimi su facebook seguimi su twitter seguimi su youtube seguimi su linkedin

Giovan Giuseppe Cervera
Via Acquedotto, 155
80077 Ischia (NA) · Italia
skype peppe.cervera

© 2003-2016 peppe.info
Nessuna parte di peppe.info può essere duplicata, ridistribuita o manipolata. Nell’accedere alle pagine, si accettano implicitamente i copyright e i termini legali.

commenta questa pagina invia questa pagina stampa questa pagina livello superiore
भारत की जय!

भारत की जय!

08 marzo 2011

08/03/2011 - Bhārat kī jay! Come ogni volta, la mia partenza per l’India si accompagna a tanta confusione distribuita su piú livelli. Come se per venirci, dovessi abituarti da prima. Ad esempio la burocrazia dell’ambasciata con tutti i suoi stupidi ostacoli, ti ricorda le tante difficoltà a fare anche le cose piú comuni qui in India: la ricarica del cellulare di domenica, spostarsi velocemente e indipendentemente in città, noleggiare un’auto senza autista o uno scooter, prendersi un caffè o un drink coi colleghi dopo il lavoro, prendersi semplicemente un caffè senza arrivare fino allo shopping mall. Non pensavo ci sarei tornato ancora e invece eccomi qui di nuovo per la terza volta in un anno: forse perché non ho aspettative o perché è ormai una seconda casa, ma stavolta mi trovo molto piú mio agio. Di certo un ruolo determinante hanno certe amicizie che pur rimanendo tipicamente indiane nelle effusioni, testimoniano un grado di affetto significativo. E tra un meeting e un training ecco che mi trovo all’improvviso invitato a un matrimonio: meno male che mi vengono risparmiate le giornate intere di puja, le preghiere collettive che tutti e soli i membri della famiglia recitano intorno al choula: grazie a Dio direi! Nei giorni precedenti il matrimonio, tutta la famiglia della sposa si riunisce e prepara: la scelta dei sari, i mehandi su braccia e gambe, gli addobbi sontuosi nel giardino del matrimonio, e le puja appunto. Certo non mi sarebbe dispiaciuto partecipare attivamente, almeno in parte. Le rigide regole indiane impongono invece all’ospite di starsene ... fuori dagli ambiti. E allora prendo lo scooter e giro per la città, in tutti quegli angoli e quartieri dove la mia ospite, premurosamente, non voleva farmi fermare il giorno prima: questa è la vera India, diceva quasi scusandosi, solo per un momento perdendo il costante orgoglio. Ma io vengo da Napoli e i bassi li conosco: l’ambientazione è simile ed è grosso modo la stessa povera gente: qui il livello di disperazione li piega in uno stato di impassibilità atavica, nulla darà loro la spinta a rialzarsi dal fango, reale e metaforico, in cui si lasciano vivere e morire. A Napoli invece, la stessa disperazione sfocia nella massima violenza gratuita. In entrambi i casi, una tristissima perdita di dignità, di cultura, di umanità.

Galleria fotografica

1 2
Scene da un matrimonio indiano

Commenti
Tutti i commenti sono pubblicati automaticamente: siete gli unici responsabili della vostra decenza.

Non sono presenti commenti per questa pagina.